Aggettivo + Preposizione
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Italiano
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Afraid OF
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Paura di…
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Angry ABOUT something
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Arrabbiato (per qualcosa)
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but angry WITH somebody FOR doing something
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Arrabbiato con qualcuno
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Brilliant AT
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Brillante in…
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Dependent ON
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Dipendente da…
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Different FROM (or TO)
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Differente da…
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Famous FOR
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Famoso per..
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Fond OF
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Appassionato di…
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Full OF
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Pieno di…
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Furious ABOUT something
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Furioso per qualcosa
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but furious WITH somebody FOR doing something
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Furioso con qualcuno
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Interested IN
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Interessato da…
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Kind OF somebody
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Gentile da parte di….
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Kind WITH
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Gentile con qualcuno
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Married TO
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Sposato con…
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Tired OF
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Stanco di…
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22/10/13
Posted on martedì, ottobre 22, 2013 by Marco28
Posted on martedì, ottobre 22, 2013 by Marco28
Posted on martedì, ottobre 22, 2013 by Marco28
21/10/13
- il monosillabo formato da una sillaba, esempio: so, tu, già, mio (solo per sineresi, altrimenti due sillabe), io (solo per sineresi, altrimenti due sillabe) ecc.
- il bisillabo o binario o bisillabico, verso che ha un accento ritmico sulla prima sillaba;
- il trisillabo o trisillabico, verso che ha un accento ritmico sulla seconda sillaba;
- il quaternario o quadrisillabo, o quadri sillabico, verso con accenti sulla prima e sulla terza sillaba;
- il quinario o pentasillabo, verso in cui gli accenti ritmici cadono sulla prima o seconda sillaba e sulla quarta;
- il senario verso con gli accenti ritmici sulla seconda e sulla quinta;
- il settenario verso che ha il primo accento ritmico mobile, che può cadere su una qualsiasi delle prime quattro sillabe, mentre il secondo accento è fisso sulla sesta sillaba;
- l’ottonario verso con gli accenti sulla terza e sulla settima sillaba;
- il novenario o enneasillabo: da qui in poi sono necessari tre accenti ritmici anziché due soltanto, per l'accresciuta lunghezza dei versi: gli accenti ritmici del novenario cadono sulla seconda, quinta e ottava sillaba;
- il decasillabo verso con accenti sulla terza, sesta e nona;
- l’endecasillabo, con un solo accento obbligato sulla decima sillaba ed altri due accenti, fondamentali, mobili e vincolanti, sulla quarta e/o sulla sesta sillaba. Quando, però, in luogo della quarta e/o sesta, l'accento cade sulla quinta sillaba, l'endecasillabo dicesi "non canonico" o "di quinta", mentre l' eventuale ictus sulla settima, chiamato anche "dantesco", è secondario e non vincolante.
Posted on lunedì, ottobre 21, 2013 by Marco28
19/10/13
18/10/13
Preposizione
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Quando si usa
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Esempio
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IN
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In si usa quando si intende il concetto “all'interno di..”. All'interno di uno spazio anche senza un confine specifico:
Una Nazione
Una Città
Un edificio
Una strada
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I live in Italy
I live in Rome
In the school
In the street
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AT
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At ha un significato più generale di In.
Lo si usa per Casa, Ufficio, Scuola ma non come edificio ma come luogo dove si vive, si lavora o si studia
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He is at home
He is at the swimming pool
At the bus stop
This train calls at Reading (questo treno si ferma a Reading)
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TO
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Ci si sposta in un luogo preciso
Fino a…
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I’m going to Rome
I walked to the end of the road
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ON
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Sopra, riferito a una superficie
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The book is on the desk
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BY
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Vicino a…..
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She was sitting by the window
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Posted on venerdì, ottobre 18, 2013 by Marco28
Sebbene il BIOS sia l'intermediario tra il microprocessore e le periferiche di input e output, in alcuni casi può fare in modo che il flusso di dati venga deviato direttamente nella memoria.
Posted on venerdì, ottobre 18, 2013 by Marco28
nel caso dello switch la sintassi è
switch (nomeVariabile)
{
case 1:
.......istruzioni......
break;
case 2:
.....istruzioni.......
break;
}
N.B: se non viene scritta l'istruzione break nel primo caso quando il primo caso viene eseguito eseguirà tutte le istruzioni fino a quando non troverà l'istruzione break ad esempio quella del secondo caso.
Posted on venerdì, ottobre 18, 2013 by Marco28
Diversi sono i termini con cui venivano indicati questi Barbari, i primi pirati nel corso del tempo; questi bucanieri, filibustieri, corsari; essi commettevano attività illecite e si riunivano nei covi.
La vita a bordo di una nave pirata era piena di contrasti; sui velieri non mancava il lavoro per l’equipaggio, il quale era costantemente impegnato in una manutenzione della nave stessa. Le regole che la ciurma doveva rispettare erano poche ma dure; vediamone alcune:
1. Nessuno doveva giocare a carte o a dadi per denaro
2. I lumi delle candele dovevano essere spenti alle ore 20
3. Bisognava tenere le proprie armi ben pulite e pronte all’uso
4. Ognuno doveva curare personalmente e lavare la propria biancheria
5. Donne e fanciulle non potevano salire a bordo
6. Tutti avevano diritto di voto, a provviste fresche ed a una reazione di Rhum
7. Chi disertava in battaglia veniva punito con la morte e veniva getto in mare aperto
I Pirati prendevano le loro decisioni in maniera collettiva, non esisteva un Leader, almeno che non fosse il capitano, il quale veniva eletto dalla ciurma, che andava dall’ultimo mozzo al timoniere della nave: il bottino veniva diviso in “quote” uguali anche se raramente al capitano ne venivano assegnate due.
Posted on venerdì, ottobre 18, 2013 by Marco28
Da un po di tempo infatti esisteva in urbe una grande tolleranza religiosa proveniente dall Oriente, e portata a roma grazie alle conquiste, nelle varie provincie, delle legioni romane; per cui dappertutto si vedevano templi di Giove, Minerva, con acconto quello di Zeus, Osiride, Anubi di Rha. Questi erano tra gli dei più venerati che garantivano all'uomo la salvezza eterna;
per alcuni di questi dei si praticavano persino sacrifici umani. Così, all'interno di questo fermento religioso, durante i primi secoli dell' impero romano, si collocò, proveniente dalla Palestina, il messaggio diffuso da un certo Gesù di Nazaret, il quale, aveva proclamato che era giunto sulla terra il regno di Dio e che l' inviato da dio, egli stesso, avrebbe salvato tutti i popoli della terra e li avrebbe liberati dall'oppressore. Gesù Cristo proclamava che la salvezza non era riservata ai ricchi o ai potenti,
ma specialmente ai più poveri, ai puri di cuore, a coloro che operavano perdonando le offese. La nuova religione cristiana "monoteistica"
predicava ed aveva al centro del suo pensiero valori ai quali i romani MAI avevano pensato; e parlava di un dio , padre di tutti gli uomini che stava a di sopra di tutti compreso l' imperatore.
Posted on venerdì, ottobre 18, 2013 by Marco28
I traduttori sono programmi responsabili della traduzione fra due diversi linguaggi di programmazione. Essi generano normalmente programmi scritti in linguaggio macchina a partire da un linguaggio ad alto livello e si distinguono in:
• Compilatori;
• Interpreti.
I Compilatori traducono i programmi in moduli software scritto in codice macchina, specifico per una determinata architettura hardware, che deve essere linkato e, una volta caricato in memoria da un loader, può essere fruito direttamente da un processore. Non è però scontato che il linguaggio destinazione sia il linguaggio macchina della macchina host, in quanto esistono anche i cross-compilatori, il cui scopo è generare codice esecutivo per altre macchine, le cui risorse (processore, memoria, dischi) potrebbero essere troppo limitate per far girare l'ambiente di sviluppo nel quale viene scritto il programma. Quindi i programmi vengono eseguiti in un emulatore (in sostanza una macchina virtuale) e poi l'eseguibile creato viene portato sulla macchina destinazione.
Gli Interpreti traducono di volta in volta l'istruzione in esecuzione in linguaggio macchina quindi devono essere sempre attivi durante l'esecuzione del programma principale. Anzi per essere più precisi si può affermare che l'unico programma in esecuzione è l'interprete, mentre il programma "principale" costituisce i dati.
WIKIPEDIA
Posted on venerdì, ottobre 18, 2013 by Marco28
Caratteristiche
Normalmente è uno strumento software che consiste di più componenti, da cui appunto il nome integrato:
• un editor di codice sorgente;
• un compilatore e/o un interprete;
• un tool di building automatico;
• (solitamente) un debugger.
A volte è integrato anche con un sistema di controllo di versione e con uno o più tool per semplificare la costruzione di una GUI.
Alcuni IDE, rivolti allo sviluppo di software orientato agli oggetti, comprendono anche un navigatore di classi, un analizzatore di oggetti e un diagramma della gerarchia delle classi.
Sebbene siano in uso alcuni IDE multi-linguaggio, come Eclipse, NetBeans e Visual Studio, generalmente gli IDE sono rivolti ad uno specifico linguaggio di programmazione, come Visual Basic o Delphi.
Posted on venerdì, ottobre 18, 2013 by Marco28
I° principio di Kirchhoff (ai nodi)
La somma delle correnti entranti in un nodo è uguale alla somma delle correnti uscenti cioè: la somma algebrica delle correnti che interessano un nodo è uguale a zero.
II° principio di Kirchhoff (alle maglie)
La somma algebrica delle forze elettromotrici (f.e.m.:i generatori) e delle cadute di tensione (c.d.t: le differenze di potenziale ai capi di ogni singola resistenza) che si incontrano in una maglia è uguale a zero.
In questo caso abbiamo per semplicità un'unica corrente I che percorre una maglia chiusa. Lungo il percorso sono dislocate le f.e.m (i generatori) E1,E2,E3 e le resistenze R1, R2, R3,R4 che causano le c.d.t. V1,V2,V3,V4.
Dopo aver considerato arbitrariamente come senso positivo per le tensioni il senso orario, avremo dunque:
http://www.edutecnica.altervista.org
Posted on venerdì, ottobre 18, 2013 by Marco28
Conoscendo il valore della resistenza (in ohm) e l'intensità della corrente elettrica (in ampère) è possibile determinare la tensione elettrica (in volt) su una resistenza con la legge di Ohm[1] (valida sia in corrente continua sia in corrente alternata): V = R . I
Conoscendo la differenza di potenziale V ai capi del resistore e il valore della sua resistenza R, è possibile calcolare l'intensità della corrente elettrica I che circola utilizzando la formula inversa:
I=V/R
La resistenza totale di n resistori in serie è data dalla somma delle resistenze di ciascun resistore:
Si parla di collegamento in parallelo quando i componenti sono collegati ad una coppia di conduttori in modo che la tensione elettrica sia applicata a tutti quanti allo stesso modo.
ovvero è il reciproco della somma dei reciproci delle resistenze dei singoli resistori
La formula sopra citata si semplifica nel caso di due soli resistori. In questo caso si avrà:
Posted on venerdì, ottobre 18, 2013 by Marco28
In fisica, la legge di Ohm, il cui nome è dovuto al fisico tedesco Georg Simon Ohm, esprime la relazione di proporzionalità tra la differenza di potenziale elettrico ai capi di un conduttore elettrico e l'intensità della corrente elettrica che lo attraversa. La costante di proporzionalità è la resistenza elettrica.
Una seconda relazione (spesso denominata erroneamente "seconda legge di Ohm") permette di calcolare la resistenza di un materiale a partire da resistività, lunghezza e sezione.
l'intensità di corrente è direttamente proporzionale alla differenza di potenziale e inversamente proporzionale alla resistenza.
I (intensità) = V (diff. di potenziale) fratto R (resistenza) .
da cui si ottengono le formule inverse:
V=I x R
R=V/I
Prima legge di Ohm: In un conduttore metallico l'intensità di corrente (a temperatura T costante) è direttamente proporzionale alla tensione applicata ai suoi capi e inversamente proporzionale alla resistenza del conduttore.
Se R è la resistenza del conduttore,
V la differenza di potenziale nel circuito agli estremi della resistenza,
I l'intensità di corrente,
valgono le segueti relazioni, espresse nella legge di Ohm (a temperatura T costante):
R = V / I V = R•I I = V / R
Prima Legge di Ohm
Posted on venerdì, ottobre 18, 2013 by Marco28
Una metafora è quella di considerare l'intensità l'equivalente della portata di un condotto d'acqua e la differenza di potenziale come la pressione.
Ad esempio una batteria che contiene un acido che reagisce con due metalli. La batteria ha due poli, uno positivo e uno negativo se a questi poli non viene collegato nulla, la tensione non si manifesta. la si misura solo nel momento in cui ci colleghiamo un carico; es. una lampadina. a questo punto si crea tra i due poli una differenza di potenziale, (come nel caso dei vasi comunicanti ma con differenti livelli) in quel momento la batteria genera dei flussi di elettroni a causa della sua composizione, (acido/metalli). questo flusso è la tensione. nello stesso tempo però, la lampadina ha una resistenza propria dovuta al suo filamento interno. Questa resistenza genera questa differenza.
Posted on venerdì, ottobre 18, 2013 by Marco28
04/10/13
Posted on venerdì, ottobre 04, 2013 by Marco28
03/10/13
AND
OR
OR è una porta logica che riceve in ingresso almeno 2 valori e restituisce 1 se almeno un valore di ingresso ha valore 1. Viene chiamata in italiano "porta di sufficienza" perché appunto è SUFFICIENTE che almeno uno dei due valori in entrata sia verificato affinché il valore in uscita sia vero.NOT
Posted on giovedì, ottobre 03, 2013 by Marco28
Posted on giovedì, ottobre 03, 2013 by Marco28
Posted on giovedì, ottobre 03, 2013 by Marco28
A Firenze infatti un piccolo cenacolo di giovani poeti, capeggiato dal bolognese Guido Guinizzelli, giudice di professione,e dai fiorentini Guido cavalcanti, Cino da Pistoia, Lapo Gianni e lo stesso Dante Alighieri i quali si distaccheranno dalla precedente tradizione siciliana, creando per la prima volta testi di lingua italiana. Questi poeti appartenevano ad una ristretta cerchia di intellettuali, che di fatto costituivano una specie di aristocrazia, non di sangue ma di nobiltà d'animo; erano infatti tutti molto eruditi ed appartenevano all'alta borghesia universitaria.
Posted on giovedì, ottobre 03, 2013 by Marco28
Materie
- ELETTRONICA (4)
- Esercitazioni in classe (16)
- Informatica (30)
- Inglese (4)
- Lingua e letteratura Italiana (7)
- Matematica (4)
- Sistemi e reti (6)
- Storia (9)
- Tecnologie e progettazione (5)
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